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Ele D'Artagnan - Bio - June 2019
D'Artagnan - Una breve biografia
Alias - 3 Novembre 2018
Tutti i colori di D'Artagnan
www.corriere.it
Lieto Fin
D’Artagnan e i disegni trovati in una valigia che piacciono al Moma
Abbandonato dalla madre a Venezia e cresciuto in orfanotrofio, arriva a Roma negli anni 30 e fa la comparsa nei film di Fellini. Ma non riesce a «sfondare» e si isola, rifugiandosi nella pittura. I suoi lavori ritrovati in una valigia al Testaccio sono opere d’arte di Luciano Ferraro
Ele D’Artagnan con Pietro Gallina bambino
Da una baracca di Roma al Moma di New York. È la favola (postuma) di Michele Stinelli, in arte Ele D’Artagnan, arrivato in bicicletta da Treviso a Cinecittà, ridotto in miseria dopo essere diventato uno dei volti stralunati di Federico Fellini. Anni da accattone, con l’unico rifugio nell’arte: dipingeva con mezzi di fortuna - un mozzicone di rossetto sul retro di un manifesto staccato da un muro - il suo mondo psichedelico e sensuale. Centinaia di disegni che riempivano quattro valigie finite in una grotta di Testaccio.
Tra i grandi
Ora critici d’arte di tutto il mondo discutono su queste opere, sono state pubblicate recensioni sul New York Times e sul New Yorker e allestite mostre. Le Fondazioni Rothschild e Andy Warhol hanno inserito Ele tra i grandi. Centinaia di migliaia di dollari sono stati incassati e trasformati in un centro sociale a Salvador de Bahia, in Brasile, per aiutare bambini, ragazzi e anziani con corsi di musica, teatro, pittura e lingue. L’uomo che conosce i segreti della vita sotterranea e fantastica di D’Artagnan è un ex insegnante di musica precario romano, volato in Brasile «perché stanco ogni settembre di ricominciare da capo a cercare una cattedra al liceo Socrate».
Dieci matrigne e un grande (sofferto) amore
Si chiama Pietro Gallina, è l’erede di D’Artagnan. Era bambino nel 1953 quando vide arrivare a casa quel signore dal Veneto, istrionico e brillante, baffi e basettoni da moschettiere. La famiglia Gallina gli affittava un posto letto per 200 lire a notte. Veniva da un orfanatrofio veneziano, Santa Maria della Pietà, l’Antico Spedale trecentesco in cui Vivaldi insegnava musica ai bambini. Racconta di essere passato da una famiglia all’altra: «Ho avuto dieci matrigne». Arriva a Roma negli anni Trenta per il servizio militare come trombettiere nella fanfara del re e del duce. Si trasferisce a Milano, fa il piazzista, il cabarettista e intanto vince concorsi letterali. Poi torna a Roma, vuole diventare attore. «Con lui - racconta Gallina - mi pareva di essere in una scena di Ladri di biciclette. Giriamo per gli uffici delle produzioni cinematografiche. Se non trova un ingaggio come generico o comparsa, chiede qualche lavoretto nei ristoranti, oppure bussa in Vaticano».
Comparse
Fa un’apparizione ne «L’isola del tesoro», lo sceneggiato Rai di Anton Giulio Majano nel 1959. Lo si scorge in una scena di Toby Dammit, l’episodio firmato da Fellini nel film multiautore «Tre passi nel delirio». Il regista lo inserisce nella sua galleria surreale e lo chiama anche per Amarcord. «La vita sembra gentile con D’Artagnan che in quel periodo - ricorda Gallina - trova un alloggio in via del Babuino». Si innamora di Edy Campagnoli, quella di “Lascia o raddoppia”. Soffre fino a lacerarsi quando lei sposa il calciatore Lorenzo Buffon. Poi Cinecittà, per la crisi, gli chiude le porte in faccia. Finisce in una baraccopoli, inizia a disegnare. Scende nell’abisso. «La baraccopoli viene risanata, il Comune offre alle famiglie una casa popolare. D’Artagnan è solo, non ne ha diritto. Finisce per strada. In quegli anni con qualche amico, come Guido Zaccagnini, il musicologo che insegna al Conservatorio Santa Cecilia, avevamo una sala prove con i nostri strumenti. D’Artagnan si rifugia lì, si barrica dietro la porta blindata».
L’ossessione
L’ex attore ha un’ossessione, teme di essere perseguitato dalla famiglia della madre. Perché, in un impeto, torna a Venezia, ottiene il nome della donna che l’aveva portato alla Pietà, scopre che era una arpista alla Scala. Si convince di essere il figlio di Arturo Toscanini. Chiede di essere riconosciuto dai parenti della madre. Si incattivisce, è minaccioso. Viene denunciato, poi arrestato. Finisce in cella, quando torna, Roma è una città amara. Disegna e scrive lettere: «Sono fiero di me, anche se molti mi vogliono male. Allora vacillo, barcollo e dipingo per riprendermi e vi sfido. Siete ciechi e sordi, oggi domani e sempre. Vi propongo questa carne mia viva, la mia pittura, la mia vita custodita in queste dolci, care, calde valigie. Non ho mai svenduto nulla, né me né i miei disegni». Un trafiletto sul «Messaggero» del 25 ottobre 1987 racconta che l’artista Ele D’Artagnan è morto per strada a Trastevere. «Cerco di saperne di più - ricostruisce Gallina - e scopro che invece era stato soccorso, portato dalla strada al Forlanini. Ma rifiuta la cure e il cibo, si lascia andare, muore dopo una settimana». Restano le valigie con i disegni, abbandonate nella grotta del Bottaro, Pietro Feliziano, in via Monti di Testaccio. D’Artagnan aveva lasciato un documento in cui chiedeva a Gallina di organizzare una mostra, ma non in Italia.
La pagina del New York Times
Gallina parte per New York, un gallerista capisce che in quei disegni c’è del genio. Li vede la critica del New York Times Roberta Smith: «Immagini da cui non si può distogliere lo sguardo. D’Artagnan è un grande artista». Un successo: quelle visioni realizzate con matite di risulta, penne biro e smalti per unghie dimenticati su tovagliette di carta trovate nei bar vengono venduti anche a decine di migliaia di dollari. La Rai, con Alessandra Raspa, gli dedica un lungo filmato con gli elogi di Vittorio Sgarbi: «Fabbrica la sua realtà con il sogno». Dopo quella di New York, anche in Francia, Olanda e Brasile vengono organizzate mostre. La Heussenstamm Gallerie di Francoforte, in questi giorni espone 60 opere. «Ora sto lottando per far tornare D’Artagnan in Italia - dice Gallina - ci sono ancora tantissimi disegni mai visti, come i 5 del Moma. Ele ne realizzava uno al giorno». 23 novembre 2017 (modifica il 23 novembre 2017 | 18:58) © RIPRODUZIONE RISERVATA -
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Corriere della sera - Novembre 2017
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Frankfurt Journal - Novembre 2017
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Catalogo di Francoforte - Novembre 2017
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Peintres malades mentaux, autodidactes et médiums-voyants-spirites au XXe siècle (1900-1950) (French Edition) – March 23, 2016
Libro in Francese pubblicato a Parigi nel 2016 con un capitolo su D'Artagnan.
ISBN : 9782753902923
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