Biografia 1950-1959
1911-1949 - 1950-1959 - 1960-1969 - 1970-1979 - 1980-1987
1950
Da tanto insegue con determinazione e costanza il sogno di scoprire la sua vera famiglia. Si sposta in continuazione a Venezia e Treviso a tale scopo. Finalmente, dopo anni di ricerca, scopre il nome di sua madre il 18/7/1950, la quale lo consegnò, perché non sposata, al S.Maria della Pietà tramite la levatrice e due amiche. Sua madre si chiamava Elena Lombardi, nata a Venezia nel 1888, ed arpista nell’orchestra della Scala di Milano. Da quel giorno scriverà sempre per il resto della vita quella data della scoperta ed acquisirà in proprio il cognome Lombardi anche se non riuscirà mai a farlo registrare ufficialmente. Continuerà le ricerche per il padre e il resto della famiglia, ma sarà anche condannato ad una sempre più maniaca ostinazione per la ricerca della verità che negli anni metà ’60 (dopo essere stato arrestato e crudelmente imprigionato per quasi 2 mesi: reato di diffamazione contro i suoi familiari per l’eredità) lo renderà psichicamente fragile, preda di visioni, e afflitto da complesso persecutorio. La famiglia Lombardi era veramente una famiglia ricca e addirittura imparentata (la sorella carnale di D’Artagnan) con un politico importante. E’ comprensibile che la storia di un orfano attore/povero che si presenta alla porta di un grane politico con tutti i documenti, non poteva essere ascoltata: vera e provata che fosse comunque la sua storia, avrebbe diminuito le ricchezze della famiglia e anche avuto un effetto di scandalo sull'onorabilità dell’uomo politico e del suo partito. Questo racconto/giallo, la madre, il vero cognome Lombardi, il tradimento della sorella, l’eredità, il rifiuto del falso cognome “stinelli” (che scriverà sempre in minuscolo quando dovrà farlo per forza come per i documenti), le lotte per ottenere il cognome Lombardi e dagli anni ’70, l’aggiunta a Lombardi del cognome Toscanini (pare che la madre arpista alla Scala avesse avuto rapporti con Toscanini), saranno i temi dominanti di ogni giorno a venire della sua vita. Nel retro della maggioranza dei suoi dipinti e disegni verrà sempre scritta la sua causa irrisolta identificandosi come figlio di Elena Lombardi e più tardi, Toscanini. Era il segno di un bisogno di affetto familiare, di una casa e di un focolare domestico che non aveva avuto mai e che mai avrà. Altra icona sempre presente nei suoi quadri è infatti la “casa”.
1951
Un'altra donna sarà il motivo della sua rinomanza sui giornali del tempo e nelle riviste di costume: la scoperta e il lancio di un personaggio pubblico dell’Italia anni metà ‘50: Edy Campagnoli, la prima figura femminile in assoluto della nascente TV italiana. Era la valletta del quiz-show Lascia o raddoppia presentato da Mike Bongiorno, che è andato in onda a partire dal ‘55. Il rapporto tra i due è testimoniato sia dalle foto, sia da una dichiarazione firmata dalla Campagnoli nel 1951 e da quattro lettere che si sono salvate dall’umidità. E’ pure del 1951 un articolo in cui si annuncia che l’attore D’Artagnan si trasferirà a Roma per conquistare le scene di Cinecittà, allora in piena evoluzione e centro internazionale del cinema fino a tutti gli anni ’60. E intanto partecipa come generico extra a tre film: Messalina, di Carmine Gallone, Il miracolo di viggiù per la regia di Luigi M. Giachino e I tre moschettieri per la Palmas Espanol Film (estinta), da cui il suo nome d’arte “D’Artagnan”.
1952
Arrivato di nuovo a Roma sostiene brillantemente gli esami davanti alla commissione di stato per il cinema presieduta dal Prof. Casagrande per la qualifica di “generico extra”. Comincia a familiarizzare con l’ambiente del vasto mondo del cinema non solo a Cinecittà, ma anche frequentando i luoghi dove si incontrano attori e registi: i bar di Via Veneto, Canova e Rosati a Piazza del Popolo, trattorie e osterie del centro storico e di Trastevere. Tutti cominciano a conoscerlo, oltre ai personaggi del cinema incontra anche politici, funzionari, nobili, alti prelati, commercianti e gente comune. La sua popolarità cresce a Roma anche per quel suo singolare ed unico modo di presentarsi, carico di energia, di simpatia, di scherzi fantasiosi e visionari, unico e geniale, copia di nessuno. Lavora nel film di Carmine Gallone Puccini con Gabriele Ferzetti e Nadia Grey. E’ proprio allo scadere del 1952, il giorno di S. Silvestro che D. si presenta a Via S.Giovanni Decollato al Foro Romano, in casa della famiglia Gallina; è alla ricerca di un posto letto che una mamma di sei figli (col marito malato che morirà qualche tempo dopo) affittava per avere qualche entrata in più. La sua apparizione porta una ventata di sogno e di speranza nella famiglia. Un attore che lavora a Cinecittà! Il mondo della favola e dei soldi a contrastare una Roma sprofondata in un dopoguerra fatto di povertà, di disoccupazione e di stenti per la maggior parte della popolazione. Era il sogno di tutti far fortuna in poco tempo e Roma aveva solo l’industria del cinema per realizzare quel sogno. Sono gli anni del neorealismo, che avevano prodotto Paisà e Ladri di biciclette. Con quella famiglia vi resterà fino al 1957, ma continuerà ad essere di casa per il resto della vita con visite costanti, spesso fatte per motivi di bisogno.
1953
Nella famiglia Gallina trova un certo calore domestico anche se le speranze di improvvisa ricchezza promesse cominciano a scemare. Sceglie il piccolo Pietro a partire dai suoi 5 anni (nei periodi estivi o di pomeriggio, dopo la scuola) per portarlo in giro nelle sue incursioni attraverso la città, al cospetto di parroci, gente di cinema, politici, commercianti, giornalisti etc. Si tratta di avere un piccolo scudiero, un allievo, un compagno che ascolti le sue favole, i suoi miti, le sue storie, che sia testimone delle sue gesta; che lo veda furioso come Orlando e Don Chisciotte nella sua travolgente instancabile energia positiva o nelle sue cadute nel tenue pianto di disperazione; e anche che fosse un compare nel convincere i vari preti, politici, aristocratici e commercianti ad offrire denaro per una famiglia povera, o per la richiesta di un lavoro. Pietro continuerà a vagabondare con lui fino agli 1963 in maniera quasi costante. Poi D. verrà arrestato nel carcere Regina Coeli e dopo “rimpatriato” a Milano, luogo di residenza. Ritornerà definitivamente nel ’66. Il ’53 è anche l’anno in cui lavora nel film di Tullio Covaz La figlia del reggimento e a quello di Leon Viola, Sul ponte dei sospiri, iniziato l’anno precedente a Cinecittà. Continua la sua relazione di amico/confidente/amante con Edy Campagnoli. Lei a Milano manda buone notizie di vari lavori e sfilate di moda.
1954
E’ impegnato ancora in due film: Guai ai vinti! di Raffaele Materazzo con Lea Padovani e Anna Maria Ferrero, e in Accadde al commissariato di Giorgio Simoncelli, con Walter Chiari, Alberto Sordi, Lucia Bosé, Nino Taranto. Si tratta sempre di piccole parti che possono farlo vivere per 2/3 mesi al massimo.
1955
E’ l’anno importante dell’incontro con Federico Fellini nel film Il bidone, con G. Masina. Fellini verrà considerato subito il suo “divino maestro” e il maestro ricambierà inserendolo nell’album dei suoi personaggi sognanti e bizzarri, e lo chiamerà per partecipare ad altri quattro suoi film. E’ pure l’anno della grande speranza: la sua Edy Campagnoli è diventata la prima diva della TV italiana nel programma Lascia o raddoppia, visto da oltre 10 milioni di italiani. (Un quiz show al quale partecipò anche il musicista John Cage come esperto di micologia). Edy secondo lui avrebbe dovuto aiutarlo ad uscire dalla vita dura per fare il balzo nella “Dolce vita”, ma ciò non avvenne. Il suo scopritore e lanciatore fu lasciato in disparte poiché ella sposò subito un famoso calciatore. Nelle lettere a D. Edy cerca di convincerlo a lasciare Roma e il cinema per trovarsi un buon posto di lavoro qualsiasi a Milano dove lei aveva delle possibilità per raccomandarlo. D. non solo non accettò un tale invito, ma pensò addirittura che Edy fosse stata minacciata e costretta per arrivare ad umiliarlo tanto: proprio lui che si sentiva di poter essere un grande attore. Egli ne fu completamente addolorato e riempì le lettere a Edy di insulti, fino a richiare una querela da parte dell’avvocato della ormai ricca diva. Oltre al Bidone di Fellini lavora in altri due film: La cortigiana di Babilonia, regia di Carlo Bragaglia e La fortuna di essere donna di Blasetti, con Marcello Mastroianni e Sophia Loren (Si è salvata una foto delle varie di D. con la Loren). Pur nella povertà è sempre vestito in modo elegante e si presenta nei luoghi della mondanità con assiduità: Via Veneto, Rosati, Canova, vernissages, feste, concorsi, serate di gala.
1956
Il ’56 è un anno magro, solo un film Le schiave di Cartagine, e il 1957 lo attenderà ancora più vuoto anche perché riprende a raccogliere dati sulla sua ricca famiglia Lombardi. Non disdegna comunque di aiuti che gli vengono da parte di nobili appartenenti al suo partito del cuore: quello della Monarchia. Come nelle favole, voleva essere sempre il buon cavaliere che serve fedelmente il suo re. Il re dispensatore di verità e giustizia. Accetta anche di far propaganda per il Partito Monarchico e si fa conoscere dall’On. Covelli, segretario del partito e da Achille Lauro, dai quali riceverà di tanto in tanto qualche sussidio. Continuano i suoi contatti con la mondanità di Via Veneto e le serate di gala.
1957
Dopo che la sua vecchia fiamma Edy viene in un breve viaggio trionfale a Roma in aprile ed i due s’incontrano chiarendosi sui litigi passati, egli vuole subito raggiungerla in luglio a Milano, per incontrarla di nuovo; ma sarà l’ultima volta. A Milano approfitta per raccogliere ancora documenti e testimonianze sulla sua famiglia. Il Corriere Lombardo esce con un articolo dal titolo “L’amara storia di un attore povero: D’Artagnan cerca il padre”. E’ a Roma di nuovo e dopo una battaglia epica con un mafioso che lo schernisce in casa Gallina, per motivi di “ordine pubblico” deve lasciare la casa; va ad abitare nella strada accanto, Via dei Foraggi, 78, prendendo una stanza in affitto più bella e più cara, proprio di fronte al Foro Romano.
1958
A Roma le porte della televisione cominciano ad aprirsi anche per D. Incontra il regista Anton Giulio Majano che lo prende a ben volere e lo fa lavorare in uno sceneggiato televisivo Capitan Fracassa. Ha anche un altro incontro importante con Elmo De Sica che lo presenta al celebre Vittorio. Ed ecco allora che si torna a girare un film, Anna di Brooklyn di Carlo Lastricati con Amedeo Nazzari, Vittorio De Sica e la stupenda Gina Lollobrigida con la quale si fa fotografare. Da quest’anno al ’61 la sua vita scorre con minori affanni economici. Parla sempre di una certa ‘Jacqline’, figlia di un diplomatico: è perdutamente innamorato di lei.